Studio: Altromodo Architects
Fotografo: Roberta Marino
Titolo: MARE DENTRO
Didascalia: L’arte della costruzione dialoga con la vastità del paesaggio,in un abbraccio tra cielo e mare che avvolge l’architettura. Lo specchio, dissolvendo i confini tra interno ed esterno, lascia entrare il mare e l’orizzonte tra le mura confondendo i confini tra architettura e natura.
Studio: Antonio Di Maro & Partners Architetti
Fotografo: Giuseppe Naddei
Titolo: Progresso
Didascalia: Il titolo, “Progresso”, evoca la nozione di una transizione continua fra il passato ed il futuro. La figura in bianco e nero incarna il retaggio del passato, mentre le porzioni a colori dell’immagine anticipano una visione del divenire dell’appartamento, proiettandosi verso un’evoluzione futura.
Studio: Architetto Alessandro Baccanico
Fotografo: Marco Marzocchella
Titolo: La bellezza che contamina
Didascalia: Incastonata tra le mura di un cantiere a Posillipo, una finestra si apre su uno dei panorami più iconici del mondo. Il riflesso del sole nelle acque turchesi del golfo di Napoli schiarisce le ombre creando un un’atmosfera surreale e suggestiva. Il contrasto tra la bellezza del creato e l’incertezza del divenire suggerisce una riflessione sulla natura umana e la sua capacità di creare, distruggere e ricreare nuovamente, emozionando attraverso l’occhio di chi sa vedere.
Studio: ARCHITETTO ALESSANDRO FALCONIO & PARTNERS
Fotografo: Valeria Sironi
Titolo: A’ fatic
Didascalia: Il termine “lavoro” in napoletano si traduce con la parola ’’fatic’’ , “vado a lavorare” in napoletano diventa “vado a fatica”. Non è un caso inoltre che le condizioni climatiche e la vicinanza al mare rendano più gravoso il lavoro e dunque la fatica. Ebbene sì, per il napoletano il lavoro è fatica, ed il luogo dove svolgere il lavoro diventa ‘’ncòpp a fatic’’. Il posto di lavoro però rappresenta anche una parte della propria vita ed in un modo o nell’altro lo si cerca di rendere piu vicino alle esigenze individuali, cercando di attenuarne le spigolosità, creando riti ed usanze.
Ncòppa a fatic si consuma il rito di cordialità e convivialità del caffè, un legame tra i singoli anche di diversa estrazione, un rituale di team building… Archite’ o’vulit nu bell caffè?
Ncòppa a fatic si commenta il Napoli Calcio che unisce e divide, che regala gioia e dolore, ma come non iniziare un pesante lunedì mattina se non parlando di quel fantastico goal?
Studio: Architetto Francesca Frendo
Fotografo: Federico Righi
Titolo: L’enigma
Didascalia: In una famosa opera di Escher, una tavola da disegno è rappresentata su di un foglio su cui sono disegnate due mani, ciascuna delle quali è impegnata a disegnare l’altra. Questa rappresentazione genera un enigma irrisolvibile, poiché non è chiaro quale mano stia effettivamente disegnando l’altra.
Il soggetto e l’oggetto sembrano coincidere, sollevando interrogativi sul confine tra oggettività e soggettività. L’opera di Escher, simboleggiando questo enigma, richiama il concetto di relatività, come osservato anche in “La persistenza della memoria” di Dalí.
Questa rappresentazione mette in luce l’ambiguità e solleva interrogativi sulla natura della conoscenza, evidenziando come questa sia intrinsecamente influenzata dal nostro punto di vista soggettivo. Analogamente, l’architetto, con il suo modo di percepire le cose, influisce sull’oggetto che progetta, plasmando la realtà in funzione della sua esperienza e delle sue emozioni. Inoltre, l’opera fa emergere il concetto che un’architettura o un oggetto assume significato in relazione al soggetto che li osserva, sottolineando il ruolo degli architetti nel plasmare la realtà che ci circonda attraverso le loro creazioni.
Studio: Corvino + Multari
Fotografo: Antonio Acunzo
Titolo: APNEA
Didascalia: Il cantiere si fa culla di una storia sospesa, cura di qualcosa che rinasce, viene tenuto in vita e necessita di un nuovo respiro. Chiesa della presentazione di Maria al Tempio della Scorziata, Napoli.
Studio: FADD Architects
Fotografo: Roberta Ciuccio
Titolo: Casa di Asterione
Didascalia: “La casa è grande come il mondo; o meglio è il mondo. Tutto esiste molte volte; soltanto due cose al mondo sembrano esistere una sola volta: in alto, l’intricato sole; in basso, Asterione. Forse fui io a creare le stelle e il sole e questa enorme casa, ma non me ne ricordo.” Tratto da L’Aleph di Borges.
Prendendo spunto dal mito del Minotauro, la mano dell’architetto si amalgama con una scala che assume l’aspetto di un labirinto. E’ un percorso in discesa dove la luce, alla fine della scala, rappresenta l’idea che giunge a compimento. Quella luce e’ anche l’incontro della mano dell’architetto e dell’opera della sua impresa.
Studio: Gnosis Progetti
Fotografo: Davide Napolitano
Titolo: Un angolo d’arte
Didascalia: Restauro e riqualificazione di un antico palazzo, simbolo della storia partenopea. Questa fotografia rappresenta uno sguardo sul futuro senza dimenticare il passato. Il vecchio che cambia, senza cancellare bellezze, arte, tradizioni, storia. Questa dovrebbe essere, in fondo, l’essenza dell’architettura… Palazzo Fondi via Medina, 24 Napoli
Studio: Imperatore Architetti
Fotografo: Gabriel Chinzer
Titolo: Scintille di Architettura
Didascalia: Le scintille danno vita ad un fiume rossastro che illumina il centro della scena. L’immagine immortala solo uno dei molteplici protagonisti che daranno vita al cantiere.
Studio: LABIRINT Architecture + Landscape
Fotografo: Giuliana Taglietti
Titolo: Germinazione Architettonica
Didascalia: Siamo in cantiere. La planimetria distesa a terra, circondata da attrezzi di architetti ed operai, racconta l’incipit di una trasformazione. È simbolo della sinergia tra visione, creativà, ed abilità tecnica, dove ogni strumento contribuisce alla nascita di una struttura complessa.
Il cantiere diventa così un’estensione naturale dello studio d’architettura, un luogo dove il processo creativo prosegue al di fuori delle mura fisiche. Ogni linea tracciata sulla carta si adatta all’ambiente circostante, evolvendosi e plasmando il progetto nel contesto reale in cui prenderà forma.
Qui, il cantiere non è solo un luogo di esecuzione, ma parte integrante del pensiero architettonico, in cui la visione si concretizza, rivelando il dialogo costante tra mente e materia.
Studio: Maurizio Vesce Architettura
Fotografo: Giovanni Allocca
Titolo: SINERGIE
Didascalia: Lo studio si trasfigura metaforicamente nel cantiere, due frame dello stesso processo in cui progettazione esecutiva ed esecuzione in cantiere diventano complementari e, se ben integrate, portano alla realizzazione di un manufatto di alta qualità.
Studio: michelepiccolo + partners
Fotografo: Federica Cioce
Titolo: CRASI
Didascalia: In questa rappresentazione, il cantiere diventa espressione di una crasi, di una fusionedialogata polifonica, in cui tre vite differenti divengono testimonianza identitaria di un percorso che converge in un terreno comune e fertile, la casa. La casa, quindi, assume la forma di un mondo infinito, di una culla di esistenze, fatta di pareti e di abbracci, di travi e di sogni.
Se non esistesse nulla di eterno, il movimento tra realtà, tra ciò che è stato, tra ciò che è e tra ciò che sarà, sarebbe impossibile: lo scorrere generazionale, di cui è fatta ogni abitazione, diventa così un passaggio di consegne, di speranze, di ricordi.
Studio: Officine Architetti
Fotografo: Valeria Marzocchella
Titolo: Metaquadro (con operaio)
Didascalia: Il quadro nel quadro rovescia il rapporto tra realtà ed immaginazione: il quadro rappresenta il reale, mentre lo spazio in cui esso è inserito diventa sinonimo di finzione. Nel nostro caso la finzione risulta dinamica, individua una metamorfosi che attinge dal passato e si proietta nel futuro.
Il cantiere, con il suo caos apparente, è un microcosmo che riflette i processi di trasformazione e rinnovamento, l’operaio il catalizzatore di questo cambiamento. Lo scatto invita a riflettere sul rapporto tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, tra natura ed artificio.
Studio: Snap Studio
Fotografo: Vincenzo D’Alessandro
Titolo: Chiàcchjara
Didascalia: “Hurry sickness, letteralmente “”malattia della fretta””: percepiamo che tutto debba essere fatto nel minor tempo possibile per un immediato raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
Vogliamo invece ricordarci che c’è sempre tempo per fermarsi, sedersi, fare due chiacchiere.”
Studio: UNICUM STUDIO
Fotografo: Giorgia Solmonte
Titolo: The Art of Transformation
Didascalia: La fotografia vuole rappresentare il potere trasformativo dell’attività di interior design, in grado di riempire uno spazio vuoto con cultura, idee, e creatività, adattandosi con flessibilità ad ogni progetto.